L’Irlanda e il nucleare
Il quotidiano irlandese Irish Times ha promosso un dibattito sul futuro dell’Irlanda e, come in particolare, in materia di nucleare. Il paese lo rifiuta, eppure ce ne sarebbe bisogno? Sono queste e altre le domande che il giornale si è posto e ha posto ai lettori.
L’Isola dipende da carbone, petrolio e gas che coprono circa il 90 per cento dei bisogni energetici attuali. Chiaramente, “pur non avvertendo, oggi, l’urgenza di diversificare le fonti di energia”, sottolinea il quotidiano, “per il futuro, tutto ci suggerisce che dovremo farlo”. Questo perché il prezzo del petrolio è caduto ai livelli di quasi 4 anni fa e il gas e il carbone lo seguono”.
Le fonti fossili, insomma, sostiene il giornale, sono limitate e discontinue e sono fortemente sollecitate a subire l’andamento del mercato. Un tema complesso che sembra aver trovato un forte interessamento da parte dei lettori che si domanda cosa sia necessario per il paese.
Nucleare, futuro o passato?
Non bisogna sottovalutare l’impatto dei danni ambientali causati da queste risorse. Sotto accusa ci sono le emissioni di diossido di carbonio, che fanno sì che il Paese non riesca a rispettare, nei prossimi anni, gli impegni assunti con il protocollo di Kyoto.
“Se manteniamo o aumentiamo le nostre centrali idroelettriche, sviluppando con successo la fonte eolica, avremo ancora bisogno di coprire il restante 70 per cento dei nostri bisogni energetici, questo ci spinge ad esaminare almeno, la possibilità di sviluppare l’opzione nucleare, visto che il futuro a lungo termine dell’Irlanda, non può essere legato alle fonti fossili”.
Ma consideriamo che a causa della posizione contraria dello Stato, espressa esplicitamente nell’Electricity Regulation Act del 1990, l’Irlanda non potrà costruire centrali nucleari.
Ce lo possiamo permettere? Con questa domanda il quotidiano lascia il dibattito aperto a tutti gli interessati.
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