La polizia apre indagine sulla strage del 1972

La polizia nordirlandese (PSNI), aveva già manifestato la volontà di aprire un’inchiesta sulla strage del Bloody Sunday del 1972 lo scorso luglio. Una decisione maturata dopo il rapporto Saville, dove emerge chiaramente che le forze di sicurezza aprirono indiscriminatamente il fuoco sui manifestanti cattolici uccidendo 14 persone, tutte disarmate.

I familiari delle vittime stanno ancora aspettando giustizia, sotto accusa il reggimento dei paracadutisti che all’epoca dei fatti agirono senza alcuna pietà per le vittime giovani e disarmate. Nessuno è mai stato incriminato per le uccisioni avvenute quarant’anni fa e Judith Gillespie, assistente capo della polizia vuole condurre un’indagine sul caso, che durerà almeno quattro anni.

Gli agenti di polizia, hanno incontrato ieri a Derry, una delegazione dei familiari delle vittime della “Domenica di sangue”, con la speranza di avere il massimo supporto per arrivare ad un’indagine penale sui fatti del 30 gennaio 1972. E visto che il rapporto Saville, non può essere utilizzato come prova in un procedimento penale, i 900 testimoni che hanno preso parte all’inchiesta durata 12 anni, potrebbero essere di nuovo interrogati. La polizia infatti, per rendere le indagini più complete possibili, chiederà un sostegno pubblico sotto forma di testimoni che hanno già depositato in passato.

Quei terribili fatti

Bloody Sunday, conosciuta anche come la Domenica di sangue a Derry, quando in quel lontano 30 gennaio del 1972 il 1º Battaglione del Reggimento Paracadutisti dell’esercito britannico aprì il fuoco contro una folla di cattolici che manifestavano per i diritti civili, colpendone 26. Tredici persone, la maggior parte delle quali giovanissime, furono colpite a morte, mentre una quattordicesima persona morì quattro mesi più tardi per le ferite riportate.