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Amazon nel mirino del fisco europeo

Amazon

La multinazionale americana Amazon, un vero e proprio colosso della vendita di prodotti online, ha il suo quartier generale europeo in Lussemburgo, mentre opera nei mercati europei con sedi dislocate nei vari Paesi.

In Italia ad esempio controlla due società: la Logistica, con il magazzino di Castel San Giovanni dove 400 dipendenti spediscono gli ordini, e la Corporate a Milano, con circa 200 dipendenti che negoziano i contratti con editori e distributori per mettere libri ed ebook on line.

Il modello di business di Amazon è sempre lo stesso, paga le tasse soltanto in Lussemburgo anche se gli utili vengono prodotti nei vari stati europei, con un guadagno superiore rispetto agli altri concorrenti che operano nello stesso settore.

 

La presidenza irlandese vuole ‘andare a bussare’ alla porta di questa multinazionale, perchè il modello adottato da Amazon, soprattutto in tempi di crisi, sta facendo infuriare il fisco di mezza Europa, dato che non rendono ‘noti’ i dati sui guadagni realizzati nelle singole nazioni. C’è bisogno di un intervento correttivo, per imporre alle multinazionali del commercio elettronico di pagare le tasse nei rispettivi Paesi dove operano e creano utili e non nei Paesi dove invece vengono registrate le sedi legali, che nella maggior parte dei casi si tratta di veri e propri paradisi fiscali.

In sei mesi insomma, occorre metterci le mani, come assicura Joe Costello, ministro irlandese del Commercio. Amazon e altre multinazionali, vendono libri in un Paese, ma versano le imposte in Lussemburgo, nelle isole della Manica o nella stessa Irlanda. Una pratica legale, anche se poco etica, che ha fatto infuriare anche l’Inghilterra che ha aperto un procedimento per evasione fiscale.

Il parlamento europeo guidato dall’Irlanda ha sollevato la questione, anche se all’Irlanda viene contestata la tassa secca del 12,5% che pagano le imprese che intendono aprire nell’Isola. Infatti tutte le sedi europee della maggiori multinazionali operano proprio in Irlanda. Persino Google Ireland è finito nel mirino del fisco, perché ad un fatturato europeo davvero consistente, non seguono delle tasse altrettanto ‘sostanziose’, tanto che lo Stato incassa soltanto un misero 2% dal colosso del motore di ricerca.

Amazon.it, l’inchiesta di Report inchioda il colosso americano

In Italia, il giornalismo di inchiesta si è occupato della vicenda e grazie al lavoro di Report condotto da Milena Gabanelli, cerchiamo di capire meglio la vicenda.

https://www.youtube.com/watch?v=jNuQsvVvCVA

 

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