Voto di protesta. “Cambiare la legge”
Il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri nel corso della presentazione della sala stampa del Viminale in vista delle elezioni è tornata a parlare del voto degli italiani all’estero.
“Ci vorrebbe un salto di qualità per far votare i cittadini residenti all’estero presso le sedi consolari, ma ci servirebbe una legge ad hoc”.
Il governo Monti, non ha avuto il tempo di modificare la legge, ma anche se l’avesse fatto, probabilmente gli studenti erasmus non avrebbero comunque potuto votare. Il problema riguarda soprattutto gli italiani, temporaneamente all’estero, che non possono esprimere la propria preferenza.
Basterebbe il voto elettronico?
Forse sì, basterebbe il voto elettronico, per risolvere questo problema e così la battaglia provocatoria degli studenti Erasmus, #iovotolostesso è stato un chiaro segnale proprio per far capire che la preferenza elettronica è una delle sfide del terzo millennio, occorrerebbe quindi fare un passo in avanti e magari utilizzare piattaforme di evoting già perfettamente testate e in uso in altri Paesi.
Sono in tanti ad augurarsi un cambiamento forte che deve essere condiviso dalla classe dirigente di questo Paese, cominciando da quelli che saranno eletti. E come ha affermato il ministro Anna Maria Cancellieri “il sistema non funziona e va tutto rivisto”.
La protesta degli studenti Erasmus
Gli studenti erasmus all’estero avevano richiesto di poter esprimere le loro preferenze, ma il decreto firmato prima di natale dal Presidente della Repubblica esclude la possibilità di un loro voto per corrispondenza o attraverso qualsiasi altro mezzo. La protesta si è trasformata in un’azione concreta votando attraverso una piattaforma per il voto elettronico messa a disposizione da Eligo. Il voto espresso ovviamente, non ha alcun valore legale ma costituisce soltanto un gesto simbolico.
Qualcuno ha scritto su Twitter: “Dove non arriva lo Stato arriva la Ceres”