Voto simbolico degli italiani all’estero

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#iovotolostesso Dublino

Pubblichiamo i numeri del voto simbolico degli italiani momentaneamente all’estero, che non hanno potuto esprimere la propria preferenza perché il governo italiano non è riuscito a trovare nei tempi utili, una soluzione che gli permettesse di votare da un Paese estero.

Una parte di questi italiani ha ‘volutamente’ preso parte all’iniziativa di protesta, sostenuta in particolar modo dagli studenti Eramus, che con ingegno e creatività sono riusciti ad allestire seggi provvisori nei Paesi dove attualmente studiano, per permettere così, seppur in chiave simbolica, di esprimere una preferenza sui candidati alle Elezioni italiane 2013.

Il Governo italiano ha ritenuto insormontabili le difficoltà incontrate per garantire il diritto di voto, sancito dall’art. 48 della Costituzione Italiana, ai propri cittadini temporaneamente all’estero. Europa, anno 2013. I cittadini italiani temporaneamente all’estero, suddivisi in ventiquattro città di dodici paesi differenti, hanno allestito alcuni seggi elettorali autogestiti per manifestare contro la negazione dell’esercizio del diritto di voto al di fuori dei confini nazionali, prassi tranquillamente in uso in molti altri stati europei e non.

Tra mercoledì 20 e sabato 23 le tornate elettorali si sono svolte nelle seguenti città: Amsterdam, Berlino, Bratislava, Bruxelles, Casablanca, Cork, Dublino, Edimburgo, Lisbona, Londra, Madrid, Marsiglia, Monaco di Baviera, Parigi, Porto, Salamanca, Siviglia, Tarragona, Tubinga, Valencia, Valladolid, Varsavia, Vigo/Pontevedra/Ourense/Santiago e York.

Il seggio di #iovotolostesso allestito a Dublino

Il gruppo su Facebook

Mentre nelle ultime ore si sono costituiti anche i comitati di Innsbruck e Maastricht che porteranno i propri concittadini al voto nella giornata di oggi 24 febbraio 2013. Il successo dell’iniziativa, avvalorato dalla rete internazionale di città che si è creata, è dato tuttavita dalla partecipazione collettiva: in tutt’Europa, esclusa Lisbona i cui dati definitivi non sono pervenuti (l’ultimo aggiornamento vedeva 75 votanti), sono ben 1.125 le persone che si sono recate ai seggi elettorali autogestiti per esprimere una preferenza, ma soprattutto per far sentire la propria voce perché vivere all’estero non è una buona ragione per dover rinunciare ai propri diritti. Tra tutti i votanti gli italiani all’estero per motivi di studio sono stati 838, di cui 617 studenti Erasmus e l’età media totale dei votanti è stata di 23 anni, compresa tra il picco minimo di 20 (York) ed il massimo di 27 (Monaco di Baviera): dati importanti che dimostrano l’interesse degli studenti ma soprattutto dei giovani a difendere il diritto di voto come strumento di partecipazione alla vita politica e a scegliere i propri governanti che dovranno amministrare e decidere le sorti del paese.

Con una efficienza che si è dimostrata evidentemente superiore a quella dello Stato Italiano i comitati elettorali si sono procurati i materiali necessari ad assolvere le funzioni elettorali – dalle copie delle schede per Camera e Senato ai registri ed alle urne – ed hanno invitato i propri concittadini nelle piazze, università, bar e residenze universitarie che hanno accolto con entusiasmo, sposato ed appoggiato l’iniziativa.


Parallelamente al coinvolgimento dei propri connazionali, considerando il clima politico generale in Europa, i singoli comitati elettorali hanno ricercato il sostegno e la partecipazione delle popolazioni locali e dei cittadini di altre nazionalità per sensibilizzarli sul tema dei diritti fondamentali del cittadino in democrazia e per creare un fronte comune per opporsi a qualsiasi loro negazione o privazione: in questo senso si è compiuto un passo importante verso la creazione di una coscienza unica europea, passo indispensabile per poter costituire un sentimento vero e comune di appartenenza ad una sola concittadinanza d’Europa in grado di superare i vari confini nazionali.

Il coinvolgimento delle popolazioni locali è avvenuto sia attraverso l’informazione sul tema e spiegando il significato della protesta – ricevendo, molto spesso, risposte stupite in merito allo stato del nostro paese – sia informando i media locali – con ottimi riscontri, soprattutto nei casi spagnoli – e collaborando con alcuni professori universitari, che hanno inserito l’iniziativa tra i casi studio dei propri corsi d’insegnamento.

 

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