In tempi di crisi si taglia il Senato
In tempi di crisi in Irlanda, il Senato ha deciso di fare un passo indietro e di scegliere l’autoeliminazione, ossia l’abolizione di una delle due Camere.
Una rivoluzione che in Italia sarebbe impensabile e che invece nell’Isola di Smeraldo potrebbe accadere già da domani, visto che i senatori hanno votato la mozione per l’abolizione, lo scorso luglio, con 33 voti favorevoli, 25 contrari e 2 neutrali.
Il referendum in Irlanda, al quale sono chiamati circa 3,1 milioni di persone, potrà rendere effettivi gli emendamenti 32° e 33° della Costituzione, che recitano appunto di abolire o mantenere il Seanad e di creare una corte d’appello (Proposta che probabilmente passerà).
Il Senato irlandese conosciuto con il nome di Seanad Éireann o Camera Alta potrà quindi essere abolito dai cittadini, che domani 4 ottobre si recheranno alle urne per chiedere che la crisi economica, che ha portato l’Irlanda al commissariamento da parte dell’Unione Europa, venga pagata anche dalla classe dirigente. Con motivazioni che oscillano tra l’inutilità del Senato e le spese eccessive, il voto di protesta dunque, porterà in caso di vittoria dei sì, alla chiusura di uno dei due rami legislativi del Paese.
I sondaggi assegnano al sì percentuali comprese tra il 60 e il 75 per cento!
Come funziona il Senato?
Il Seanad Éireann costituisce la camera alta dell’Oireachtas ed ha funzioni prevalentemente consultive. Il Senato è composto da 60 membri, 11 dei quali nominati direttamente dal Primo ministro, 6 eletti dai diplomati del Trinity College a Dublino e dell’Università Nazionale d’Irlanda, e 43 designati da 5 giurie di esperti all’interno di una lista di candidati meritevoli.