Lavoratori chiedono aiuto e lo scrivono nei jeans

Sos sos sos

Un messaggio di aiuto al posto della solita targhetta che indica “lavare in lavatrice”. Così Karen, una signora di Belfast, si è ritrovata in mano un paio di jeans fabbricati in Cina contenenti una richiesta d’aiuto.
La donna non conoscendo la lingua cinese si è affidata a Facebook dove ha scoperto una cruda verità: «Siamo detenuti nella prigione Xiangnan di Hubei, in Cina. Da molto tempo lavoriamo in carcere per produrre abbigliamento per l’esportazione.
Ci fanno fare turni di 15 ore al giorno. Quello che ci danno da mangiare è perfino peggio di quello che si darebbe a un cane o un maiale. Siamo tenuti ai lavori forzati come animali. Chiediamo alla comunità internazionale di condannare la Cina per questo trattamento disumano».

 

L’aiuto nella targhetta dei jeans

Difficile poter fare un riscontro, sostiene Amnesty International, visto che i lavoratori sarebbero dei carcerati e intanto la Primark, la catena che vende i pantaloni, ha avviato un’inchiesta interna.
 

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