Dopo «No», Scozia apre capitolo devolution
Cameron ha assicurato che i progetti di legge per la devoluzione saranno pronti entro gennaio.
Lo aveva annunciato alla vigilia del referendum l’inquilino di Downing street e ora assicura che manterrà la parola data.
Più potere ai popoli d’Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord aggiunge Cameron «I diritti di questi elettori devono essere rispettati, difesi e aumentati. È assolutamente giusto che il nuovo accordo per la Scozia debba essere accompagnato da un nuovo patto per tutte le altre parti del Regno Unito».
Scozia e devolution
La sconfitta degli indipendentisti è stata accolta positivamente dal premier del Galles, Carwyn Jones, e da quello dell’Irlanda del Nord, Peter Robinson. Il primo si è detto felice del voto e vede un futuro prospero per il Regno Unito pur non apprezzando il lavoro del premier inglese che avrebbe portato l’Unione, salda da 307 anni, sull’orlo della dissoluzione. Mentre il leader del Dup si è detto «deliziato dal risultato». Ma dopo lo storico referendum scozzese, sia l’Irlanda del Nord che il Galles si aspettano dei cambiamenti seri, richiesti a Cameron anche da Martin McGuinness, numero due del partito repubblicano Sinn Féin, che avverte «Anche se il voto degli secessionisti non ha portato all’indipendenza, le cose non possono più essere le stesse». Ma al tavolo dei quattro, Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord, potrebbero sedersi – in futuro – anche delegati della Cornovaglia, visto che gli indipendentisti da queste parti chiedono di istituire una nuova regione.