Alle porte di Roma, i Celti in Tv

Rai Storia

Gli amanti dei Celti, dunque tutti coloro che in qualche modo prendono parte alle feste celtiche in Italia, avranno la possibilità di seguire una serie di di a.C.d.C. – tre puntate trasmesse dalla Rai – dal titolo “Alle porte di Roma“. Un modo per ripercorrere le origini, la storia e l’evoluzione dei rapporti e degli equilibri politici. Le tribù dei Celti si estendevano dalla Spagna all’Inghilterra, e dalla Francia alla Slovenia, fino all’Anatolia. Nuove scoperte archeologiche stanno disegnando un ritratto più preciso di queste popolazioni che per quasi un millennio hanno condizionato la storia dell’Europa e tenuto all’erta Roma.

Nella prima puntata di “Alle porte di Roma”, andata in onda il 7 marzo alle 21.10 su Rai
Storia, in primo piano sono state evidenziate le origini dei Celti nelle Alpi dell’Europa centrale e il sacco di Roma ad opera di Brenno. Il mistero che avvolge i Celti, un ‘popolo misterioso’ ammette Alessandro Barbero, Il professore che curerà l’introduzione della serie, è perché poco conosciamo di loro. Insomma, non ci sarebbe nessun segreto “esoterico”.

Per questo, i documentari, oltre a una narrazione delle gesta di alcune celebri personaggi come Brenno, Vercingetorige o la regina Boudicca si concentrano sulle ricerche archeologiche e aiutano a gettare un po’ di luce su questa civiltà. Eppure i Celti vantano una storia quasi millenaria, che compare in Europa centrale nell’VIII secolo avanti Cristo e che in pochi secoli si espande in tutto il continente, colonizzando la Spagna, la Francia, le isole britanniche, l’Italia – arrivando a conquistare, pur per un breve periodo, Roma – spingendosi anche nei Balcani e raggiungendo la penisola anatolica, rimanendoci per lungo tempo.

 

Alle porte di Roma

Molti non ricordano, o non associano immediatamente il nome dei Celti a quello dei Galli: in realtà si tratta dello stesso popolo nominato in modo diverso dai greci (Keltoi, da cui Celti) o dai romani (Galli), e basta ricordare che regioni come la Galizia spagnola, o come la Galizia dell’Europa centrale, derivano il loro nome proprio dai galli, ovvero i celti. Eppure, dopo quasi un millennio di presenza diffusa in tutto il continente, questo popolo è quasi scomparso completamente, soppiantato da altri popoli dominatori, i Romani e i Germani. E anche se le loro lingue sono andate sparendo, oggi si parlano ancora in Bretagna e in Galles, e in qualche area della Scozia e dell’Irlanda.

Quasi tutto quello che sappiamo dei Celti, in effetti, deriva dai resoconti dei loro nemici, di coloro che li “debellarono”, come appunto Giulio Cesare, che per giustificare la sua vittoriosa, e sanguinosa, campagna nella Gallia li descrisse spesso con toni foschi, come barbari dediti ai sacrifici umani. Altre fonti sui Celti sono quelle archeologiche, che naturalmente non raccontano in modo descrittivo, come gli scritti dei greci e dei romani, ma che permettono agli studiosi di oggi di avere preziosi informazioni e, in alcuni casi, di smentire dei luoghi comuni, come quelli riguardanti i grandi monumenti, i Dolmen e i Menhir, che a lungo sono stati attribuiti alla civiltà celtica e che invece risalgono a molto tempo prima che questo popolo si affacciasse sulla storia.

 

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