Tag Archivio per: brexit

Shuhada, Magda Davitt

Sinéad O’Connor riesce ancora a sorprendere. Stravagante come sempre, la cantante irlandese si è convertita all’Islam e ha cambiato nome in Shuhada. Una notizia diffusa attraverso i social e che sta rimbalzando anche sui media tradizionali. Attraverso Twitter, O’Connor ha voluto ringraziare “i fratelli e le sorelle musulmani” per averla accolta nella Umma, la comunità che unisce tutti i musulmani del mondo. Sempre attraverso il social, la cantante ha reso pubblico un video in cui canta l’azan, il richiamo alla preghiera.

51 anni, famosa per successi degli anni Novanta come “Nothing Compares 2 U”, l’irlandese era già finita alle cronache per svariate cose. A cominciare dal cambio del nome nel 1992, facendosi chiamare Magda Davitt, e per aver strappato una foto di Papa Giovanni Paolo II durante una puntata del Saturday Night Live, per richiamare l’attenzione sulle accuse di abusi sessuali portati avanti dalla Chiesa irlandese.

Negli ultimi anni, O’Connor è apparsa più volte contraddittoria e problematica. Depressione e disturbi mentali l’hanno spinta ripetutamente al suicidio nel 2015 e 2017. Anche in ambito di religioso, l’ex star si era fatta dapprima nominare sacerdote dagli ortodossi, successivamente dagli apostolici. Questa volta la scelta sembra apparire più convincente. Almeno si spera.

Shuhada, l’inizio di una nuova vita

Con l’hijab, Shuhada, che vuol dire martire in arabo, sembra aver trovato la propria strada. “Questo è per annunciare che sono orgogliosa di essere diventata musulmana. È la naturale conclusione del viaggio di un qualsiasi teologo intelligente. Tutte le scritture portano all’Islam, il che rende tutte le altre scritture superflue”. La decisione è stata condivisa dall’imam irlandese Umar al-Qadri che ha postato un video della cantante che recita la dichiarazione di fede islamica, la shahadah. “È così felice!”, ha commentato su Twitter.

 

Altre risorse interessanti

Con la Brexit cambia anche il passaporto

Cittadini del Regno Unito e dell’Irlanda del nord con l’avvento della Brexit riceveranno il blue passport o british passport. L’Home Office, il dicastero preposto all’amministrazione degli affari interni, ha già annunciato che: “come simbolo della nostra identità nazionale, il passaporto cambierà colore e dal rosso bordeaux Ue tornerà ad essere blu e oro”.
Un ritorno al passato, tra mille polemiche e tra chi vorrebbe restare in Europa. Ma gli accordi stanno andando avanti e dopo il via libera del Consiglio europeo alla seconda fase dei negoziati – che dovrà gettare le basi per il futuro accordo commerciale – per il Regno Unito il destino sembra oramai segnato.
COme prima iniziativa del cambiamento, l’uscita di Gran Bretagna e Irlanda del Nord dall’Unione europea si vedrà con la reintroduzione del passaporto UK, che non dovrà più rispettare gli standard imposti dalla Ue.
 

Brexit

Il nuovo documento entrerà in vigore da ottobre 2019, con degli accorgimenti anticontraffazione rispetto alla versione introdotta nel 1988. Lo ha ricordato il segretario di Stato per l’Immigrazione, Brandon Lewis.


 

Altre risorse interessanti

Mary Lou McDonald e Gerry Adams

Sarà Mary Lou a succedere a Gerry Adams, lo storico leader che per 34 anni ha guidato il partito repubblicano Sinn Féin. L’annuncio formale, atteso da tempo, è arrivato durante un evento pubblico a Dublino.
Così, il partito di riferimento della causa repubblicana, nella comunità cattolica dell’Irlanda del Nord, guarderà al futuro con Mary Lou McDonald. La donna, quarantenne, raccoglierà l’eredità politica dell’Ira.
Mary Lou non sarà sola, visto che le contee dell’Ulster soggette alla Gran Bretagna, vedono un’altra protagonista del partito, sua coetanea, Michelle O’Neill che ha di fatto rimpiazzato Martin McGuinness, l’ex numero due recentemente scomparso.
 

Adams lascia partito a Mary Lou

Dunque, Mary Lou McDonald succede ad Adams nella Repubblica d’Irlanda (Eire) mentre nell’Ulster la leadership resterà in mano a O’Neil. La successione del partito alle due donne ha già segnato il passaggio generazionale. Un futuro senza ombre, di personalità non riconducibili alla questione irlandese e agli anni di lotta armata: sia McGuinness che Adams, infatti, sebbene non lo abbiamo mai ammesso, erano considerati capi militari della guerriglia repubblicana.
Inoltre, l’ascesa di Mary Lou McDonald potrebbe essere il primo passo per sbloccare una eventuale coalizione di governo nell’Eire. Adams è sempre stata ritenuta una figura scomoda, dal passato troppo legato all’Ira, dunque non digeribile dagli elettori dei due maggiori partiti irlandesi, il Fine Gael e il Fianna Fail. Ora, che la leadership è cambiata, il partito potrebbe finalmente aspirare ad avere qualcosa in più.


Se tutto questo porterà a un’Irlanda unita dovremmo dare merito anche ad Adams. Secondo il Guardian, Adams – tuttora presidente del movimento alla soglia dei 70 anni – manterrà in effetti un ruolo influente dietro le quinte. Ma il suo “passo indietro”, insiste il giornale britannico, lascia comunque spazio al vertice degli incarichi ufficiali a una leva più giovane: estranea per ragioni anagrafiche, oltre che di atteggiamento politico, all’eredità della sanguinosa stagione dei “troubles” nell’Ulster, degli attentati dell’Ira, della repressione di Londra.
 

Altre risorse interessanti

Boom di cittadini britannici richiedono il passaporto irlandese

Quest’anno le richieste di passaporti irlandesi da parte di cittadini della Gran Bretagna sono in aumento del 70 per cento. Un fenomeno in crescita dopo il referendum con il quale il Regno Unito ha votato per lasciare l’Unione Europea.
La conferma è stata data dall’ambasciatore irlandese di stanza in UK Dan Mulhall al programma di BBC Radio 4’s Today: “L’incremento nei primi mesi di quest’anno, rispetto allo scorso anno, è aumentato del 70 per cento”.
Un nervo scoperto che potrebbe rivelarsi fatale durante le elezioni politiche del Regno Unito, fissate il prossimo 8 giugno.
 

Boom di richieste

Lo scorso il 23 giugno – l’Irlanda del Nord si espresse con un ‘No’ all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, ma la maggioranza dei sì prevalse con il 56%.
Ma chi sono i richiedenti che hanno diritto ad ottenere automaticamente la cittadinanza? Si tratta di cittadini nati in Irlanda del Nord o inglesi che hanno un nonno oppure un genitore irlandese. Nonostante il governo dell’Eire abbia più volte scoraggiato a richiedere il passaporto, il voto del Regno Unito di lasciare l’UE ha scatenato una reazione a catena. Anche il ministro degli affari esteri Charlie Flanagan, con lo scopo di arginare il fenomeno, ha invitato i cittadini britannici a richiedere il documento soltanto in casi necessari. Nel 2016 sono 70 mila i passaporti emessi.
Nel frattempo avanza la proposta del partito repubblicano irlandese, intenzionato nei prossimi cinque anni a indire un referendum che porti all’unificazione della Repubblica d’Irlanda (Eire) con il Nord.
 

Altre risorse interessanti

Enda Kenny ha annunciato oggi le dimissioni dalla guida del suo partito, il Fine Gael. Dopo 15 anni, passando due volte dalla leadership dell’opposizione a quella del governo, Kenny aveva già manifestato la volontà di voltare pagina.
Il cambio di direzione che, pone le premesse per un cambio della guardia anche al vertice del governo di Dublino, potrebbe avvenire il 2 giugno.
“Vorrei sottolineare l’immenso onore e privilegio che ho avuto di guidare il nostro partito per gli ultimi 15 anni, all’opposizione e al governo in due occasioni successive”, ha dichiarato Kenny.
 

Enda Kenny lascia la direzione del Fine Gael

Kenny ricopre il ruolo di primo ministro dal 2011 ed è leader del Fine Gael da 15 anni. Il favorito per la successione è il ministro per il Sociale Leo Varadkar, di 38 anni. In lizza c’è anche il ministro per la Casa Simon Coveney, di 44 anni.
Un governo in bilico che dovrà resistere fino a scadenza naturale: il 2018. Gli ultimi sondaggi danno in vantaggio il Fianna Fáil.
 

Altre risorse interessanti

La riunificazione dell’Irlanda nelle trattative sulla Brexit

L’Europa chiama l’Irlanda del Nord, così il tema della riunificazione dell’Irlanda tutta entra nelle trattative sulla Brexit. Con un governo ancora da fare a Stormont, l’Unione europea si prepara a discutere di un’adesione post-Brexit per una “Irlanda unita”. Lo riferisce il Guardian, al primo vertice dei 27 leader europei.
Stando alle prime indiscrezioni, il governo irlandese ha spinto perché venisse inserita tra le linee guida una clausola ad hoc. “Il Consiglio europeo riconosce che, in linea con il diritto internazionale, l’intero territorio sarebbe parte dell’Unione europea (in caso di unificazione)”.
Un ingresso automatico del Nord del paese nella UE sarebbe stato voluto dal premier irlandese Enda Kenny, che a ridosso della riunione ha chiesto l’inserimento della dicitura.
 

La riunificazione

Ma la strada non è affatto semplice. Il premier inglese Theresa May rimanda tutto al mittente: “Le richieste dei 27 sono soltanto posizioni negoziali”. Tra i tre temi chiave, oltre alle garanzie per 4,5 milioni di cittadini che vivono in Ue e in Gran Bretagna e le frontiere tra le due Irlande, ci sono i conti finanziari.
La possibile riunificazione tra Nord e Sud dovrebbe avvenire tramite referendum. Nel caso in cui la maggioranza degli aventi diritto al voto lo approvasse, si potrebbe procedere con l’annessione già prevista dall’accordo di pace del Venerdì santo. Il risultato, però, non sarebbe scontato. Un recente sondaggio rivelava che il 62% dei cittadini che vivono nel Nord del Paese voterebbe contro e solo il 22 a favore.
 

Altre risorse interessanti

Dublino, Italia fanalino di coda in Ue per crescita. Primato spetta all’Irlanda

Uno studio della Confcommercio rivela che l’Italia è penultima in unione Europea in merito alla crescita e l’anno prossimo potrebbe essere superata dalla Grecia.
L’Irlanda, invece, sembra aver superato definitivamente la crisi finanziaria e si attesta al primo gradino del podio.
Il Pil della penisola in due anni – con dati aggiornati al quarto trimestre del 2016 – è salito di due punti, contro i 40 dell’Irlanda, prima della graduatoria.
 

Primato spetta all’isola

Le brutte notizie arrivano dalle stime al quarto trimestre dell’anno prossimo: l’Irlanda sarà prima per crescita a 150 punti sulla base 100 del 2014, Malta seconda a 126, la Romania terza a 121, il Lussemburgo quarto a quota 120. Bene anche Regno Unito (109) e Germania (107,7), mentre l’Italia dovrebbe trovarsi ventisettesima a quota 104,1 con la Grecia che, se seguirà le proiezioni del Fondo monetario, a quota 104,9. “Le prospettive appaiono preoccupanti anche per la caduta quasi verticale degli investimenti a partire dal primo trimestre del 2007: l’Italia si colloca al ventesimo posto e in questa posizione rimarrebbe sino alla fine del 2018”, afferma la Confcommercio.
 

Altre risorse interessanti

La Brexit potrebbe portare cambiamenti significativi. Il “processo di scissione” con l’Europa apre il Regno Unito ad affrontare nuovi scenari interni: la Scozia minaccia di rivendicare una propria autonomia e Londra che potrebbe perdere anche l’Irlanda del Nord.
Il premier irlandese Enda Kenny ha avanzato una ipotesi di referendum per l’unità dell’Irlanda. Belfast e Dublino potrebbero riunirsi sotto un’unica bandiera, il sogno dei repubblicani del Sinn Féin.
Seppure in forma ipotetica, la proposta di un possibile referendum per l’unificazione dell’Irlanda potrebbe concretizzarsi.
 

La proposta

Il Primo ministro irlandese, che sta esercitando pressioni sulla Commissione europea per l’introduzione di tale clausola, ha citato l’esempio del muro tedesco per rimarcare come l’accordo di pace del Venerdì Santo “garantisca questa opportunità” a patto che la maggioranza della popolazione dell’Ulster sia d’accordo così come l’Europa. “Una situazione come quella emersa quando il muro di Berlino fu buttato giù e la Germania Est fu in grado di unirsi alla Germania Ovest”, ha sottolineato Kenny durante un discorso in cui era presente il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker.
 

Altre risorse interessanti

Michelle O’Neill

Il partito cattolico indipendentista del nord Irlanda ha una nuova leader: Michelle O’Neill, nordirlandese, madre di due figli, in politica da due decenni, con un lungo curriculum alle spalle.
La quarantenne è stata sindaco, deputato e infine ministro dell’Agricoltura e della Sanità nel governo autonomo dell’Irlanda del Nord. In un momento così delicato per questo territorio, sullo sfondo della Brexit, definita da Adams “un atto ostile”, il Sinn Féin ha nominato il primo leader di una nuova generazione, che non ha vissuto in prima persona il conflitto nordirlandese.
Un cambiamento storico per il partito che da sempre insegue un unico scopo: la riunificazione del nord del paese con la repubblica d’Irlanda.
 

Eletta leader donna

O’Neill prende il posto di Martin McGuinness, l’ex-comandante dell’Ira, che è stato uno degli artefici del processo di pace e degli accordi del 1998 che hanno messo fine al conflitto nel Nord.
 

Altre risorse interessanti

Rugby World Cup 2023

Annunciata la candidatura formale dell’Irlanda come paese ospitante del Rugby World Cup 2023. A Dublino si è tenuta la presentazione ufficiale durante la quale è stato presentato un video che esalta le bellezze dell’isola e dello sport con la voce narrante dell’attore Liam Neeson.

L’isola parteciperà al processo di selezione come host per ospitare la Coppa del Mondo di Rugby 2023 in competizione con Sudafrica e Francia.

12 le sedi che potranno ospitare i match, tra le quali compare il Celtic Park a Derry, il Semple Stadium nella contea di Tipperary, l’Aviva Stadium di Dublino e naturalmente il Croke Park.

 

La candidatura irlandese

Il verdetto sarà annunciato a novembre 2017, considerando che il Sudafrica ha già ospitato la Coppa del Mondo di rugby nel 1995, quando gli Springboks batterono in finale la Nuova Zelanda 15 – 12 e la Francia è stato paese ospitante della finale del mondo del 2007 quando il Sudafrica si impose sull’Inghilterra 15-6.

 

Altre risorse interessanti