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La navigazione di San Brandano. Navigatio Sancti Brendani abbatis

Edizione con traduzione, testo latino a fronte, commento e ampia intruduzione, della “Navigatio sancti Brendani”, testo anonimo del X secolo composto con molta probabilità da un monaco irlandese e che narra la peripezie di san Brandano e dei suoi monaci alla ricerca della “Terra repromissionis sanctorum”, la terra promessa dei santi.

Un classico assoluto della letteratura medievale. Prefazione di Franco Cardini. Anonimo del X secolo.

La Navigazione di san Brandano
A cura di Elena Percivaldi
Prefazione di Franco Cardini

 

Navigatio Sancti Brendani abbatis

“La navigazione di San brindano” è un classico della letteratura medievale; l’autore fu probabilmente un ecclesiastico irlandese, che si basò sul patrimonio leggendario della sua terra, inserendovi spunti di derivazione cristiana. Brandano, abate benedettino irlandese (Clonfert), è un santo, vissuto nel VI secolo: si procurò fama di navigatore fondando monasteri sulle isole tra l’Irlanda e la Scozia. Forse sbarcò, prima di Cristoforo Colombo e dei Vichinghi, nelle terre che poi si sarebbero chiamate America. Il mito lo trasfigurò, immaginandolo alla testa di una ciurma di monaci, alla ricerca di un paradiso terrestre e dei santi situato su un’isola misteriosa, facendo vari incontri con creature fantastiche di ogni tipo che quasi ne fanno un precursore della letteratura fantasy. L’opera, tradotta nel corso dei secoli in varie lingue, è considerata tra le fonti di ispirazione della Divina Commedia di Dante.

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James Joyce di Andrew Gibson

James Joyce (1882-1941) è considerato lo scrittore che, meglio di chiunque altro, ha incarnato il paradigma del modernismo nella storia della letteratura, soprattutto nei suoi due capolavori, “Ulisse” (1922) e “Finnegans Wake” (1939).

Il libro di Andrew Gibson ne ricolloca la figura nel contesto irlandese, mostrando la fitta trama di legami che è possibile individuare fra i suoi scritti e la storia, la cultura e la politica del suo paese.

In questa luce, Andrew Gibson rilegge l’intera produzione joyciana, che include, oltre alle opere già ricordate, anche gli interventi giornalistici, il ricco epistolario, “Gente di Dublino” (1914), “Ritratto dell’artista da giovane” (1916) ed “Esuli” (1918).

Andrew Gibson

E’ così ricostruita la vicenda umana e letteraria di un autore che, formatosi sotto l’influenza delle tradizioni del suo ambiente familiare ed educativo, conservò con la terra d’origine un contatto costante, anche dopo aver affermato la propria vocazione europea e cosmopolita.

Andrew Gibson è professore di Teoria e storia della letteratura moderna nel Royal Holloway, Università di Londra. Ha pubblicato fra l’altro “Joyce’s Revenge: History, Politics and Aesthetics in ‘Ulysses'” (2002).

 

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Regina contro Queensberry

La Regina contro Queensberry racconta il primo processo nei confronti dello scrittore irlandese.

Trascrizione dei verbali del processo intentato da S. M. la Regina Vittoria (per conto di Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde) contro John Sholto Douglas, Marchese di Queensberry.

Regina contro Queensberry è tradotto da Paolo Orlandelli, con la consulenza giuridica di Paolo Iorio.

 

Regina contro Queensberry, il primo processo

La trascrizione integrale, in versione italiana, del primo dei processi che segnarono fatalmente la vita di Oscar Wilde sul finire dell’Ottocento, quando in Inghilterra si puniva l’omosessualità con il carcere e i lavori forzati.

Rifacendosi a una serie di documenti e resoconti – fra tutti, quelli del primo biografo wildiano Christoper Millard (1872-1927) e un manoscritto completo ritrovato nel 2000 alla British Library di Londra – Paolo Orlandelli ha ricostruito con Paolo Iorio la ritualità processuale del tempo, dandole una veste teatrale attraverso un intreccio di dialoghi tra le parti in causa, registrando le reazioni dei presenti e facendo emergere in modo più evidente la personalità di Wilde: l’intellettuale caustico e brillante – capace di esibire il suo proverbiale acume anche durante il processo – e l’uomo debole dedito alla corruzione minorile dalla quale non sa difendersi.

Irretito in un meccanismo più grande e potente di ogni sua arte, lo scrittore si dimostra cieco di fronte alla realtà che lo incalza con prove schiaccianti e la fine della vicenda non potrà che assumere dei tratti tragici.

Un volume d’inedito valore documentale, corredato di un apparato di nozioni sul sistema giudiziario inglese e di note storiche. Pur mantenendo una vocazione alla rappresentazione teatrale e cinematografica, il libro si rivolge agli studiosi di letteratura e diritto: per approfondire la figura del grande autore irlandese e per confrontarsi con un documentato esempio inerente il funzionamento di un regime giuridico nel corso di ogni fase processuale.

 

Autori

Paolo Orlandelli si è diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” nel 1996. Attore e regista teatrale ha collaborato con prestigiosi artisti, scrivendo anche le traduzioni e gli adattamenti scenici dei copioni Victor-Victoria, Il Fantasma dell’Opera e Rodolfo Valentino, il Musical. Si è dedicato ancora al mito del divo italoamericano curando e traducendo i suoi libri Il mio diario privato e Sogni a occhi aperti, partecipando inoltre alla realizzazione di Rudy, documentario in concorso ai David di Donatello 2007.

Paolo Iorio è cassazionista, internazionalista, avvocato in Bruxelles, presidente di Advocats Sans Frontières Italia. Ha al suo attivo varie pubblicazioni giuridiche in diritto internazionale e diritto comparato. Tiene lezioni di Common Law presso la Luiss Management e la Link Campus dell’Università di Malta a Roma.

 

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I ribelli d’Irlanda

Nel 1597, il dottor Simeon Pincher, illustre predicatore e teologo calvinista, arriva a Dublino dall’Inghilterra per assumere il nuovo incarico al Trinity College da poco fondato e dedicarsi “all’opera di Dio”.

E’ convinto che non ci si possa fidare degli irlandesi cattolici. Ma quando, appena messo piede sul suolo dell’isola, viene accolto da un’accidentale quanto violenta esplosione, è proprio un cattolico a soccorrerlo, Martin Walsh.

Nella seconda parte della sua avvincente saga storica, Edvvard Rutherford riprende la narrazione dal punto in cui I’aveva lasciata ne “I Principi d’Irlanda”, alle soglie del diciassettesimo secolo. Attraverso le appassionanti vicende dei Doyle, dei Walsh, dei Tidy e degli Smith siamo guidati nel turbolento periodo della Riforma e della devastante irruzione sulla scena di Oliver Cromvvell.

 

I ribelli

Con l’assedio di Drogheda s’inaugura infatti un lungo periodo di predominio protestante, durante il quale i cattolici sono ridotti a sottoclasse e il paese finisce inesorabilmente con l’impoverirsi. Le profonde tensioni, gli odi nazionali e le ansie di libertà segneranno i successivi trecento anni della storia irlandese dalla fallita rivolta dei contadini nel 1798, ispirata dai principi della Rivoluzione francese, alle sollevazioni guidate dal leader autonomista Charles Stewart Parnell nel secondo Ottocento, fino all’insurrezione di Pasqua dell’aprile 1916 organizzata dal movimento Sinn Féin e alla proclamazione dello Stato Libero d’Irlanda poco dopo la fine della Prima guerra mondiale.

Gli intrighi di potere, la ribellione, gli amori, la natura, la pietà: il destino di una terra affascinante e tormentata rivive in questa epopea, in cui il rigore storico si fonde con il senso dell’avventura e della realtà quotidiana. Lo stile diretto e intrigante di Edward Rutherford ne ta un’opera avvincente e di largo respiro, nella quale riecheggiano le suggestioni della tradizione culturale irlandese, da Swift a Yeats e Joyce.

 

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Isola per due

Isola per due. Le avventure quotidiane del vulcanico Aidan Sweet, raccontate in prima persona con verve umoristica irresistibile, si trasformano in un ritratto intelligente di quell’Irlanda che, non dimenticando le sue ferite, vuole ricominciare a sperare, senza violenza e senza pregiudizi.

Lei non si è spostata, è là, ti lascia continuare perché già sa che arrivato ad un certo punto ti domanderai se davvero tutti pendono dalle tue labbra oppure.

Un attimo di terrore ti corre lungo la schiena, poi un breve riavvolgimento del nastro per chiederti: “Ma cos’è che ho detto?” e quello che riascolti non è mai quello che avresti voluto sentire. Così Ita e le sue api operaie, si arrestano.

 

Isola per due

Tutte le mamme e i bimbi che popolano il parco si fermano. James Barrymore, gli operai in uscita dalle fabbriche, il traffico del centro, le nuvole in cielo, persino l’acqua del fiume si blocca. Ogni cosa resta dannatamente fissa ad ascoltare la mia frase: “Io-Farò-Un-Murale”».

«Certe volte il mondo sembra mettersi in pausa. Sembra come quelle volte in cui, di spalle alla porta d’ingresso dell’aula, continui a dire peste e corna della Tweenings non rendendoti conto che lei è lì, ti sta guardando. E tu noti l’assoluto silenzio della classe e pensi di essere veramente un grande perché il silenzio vuol dire attenzione e l’attenzione riesce ad averla solo chi sa il fatto suo. Allora aumenti anche il tono della voce. E la voce rimbomba, sbatte sulle pareti e ti ritorna indietro neppure avessi il walkman a palla con su il tuo discorso.

Aidan Sweets

Aidan Sweets ha più di vent’anni, ma non ancora trenta. Vive in una graziosa mansarda nella sua amata Doire (conosciuta ai più come Derry/Londonderry), sempre attraversata dal pigro fi ume Foyle. Si sposta prevalentemente a piedi, per evitare i disagi causati dalle famigerate auto in doppia fi la che infestano la cittadina.
Isola per due è il suo primo romanzo: è il primo perché l’ha scritto diversi anni fa; è il suo perché ne è il protagonista. Ha da poco aperto Tweenings, studio di grafica e illustrazione.

 

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