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La decisione alquanto discutibile dell’arbitro ha profondamente condizionato la partita tra Olanda e Irlanda, valevole per i quarti di finale dell’Europeo Under 17. Dopo il pareggio di 1-1, durante i tempi regolamentari, le due squadre sono andate ai rigori. Di nuovo in parità, 4-4, si è proseguito a oltranza. Ed è qui che è accaduto qualcosa di incredibile. Un disastro.
Sul dischetto si appresta a tirare l’olandese Daishawn Redan, capitano della squadra e attaccante del Chelsea. In mezzo ai pali c’è Jimmy Corcoranche che para ma, già ammonito nei tempi regolamentari, riceve il secondo giallo per essersi tuffato sulla conclusione anzitempo.
L’arbitro, dunque, espelle Corcoranche e fa ribattere il rigore a Redan. Questa volta però, a difendere i pali ci va il difensore McEntee. Tra incredulità, disperazione e fischi l’Olanda guadagna la semifinale. Restano le polemiche e questo video che documenta cosa è accaduto in campo.

Il video Netherlands 1(5) – (4)1 Ireland

Ma cosa non ha funzionato? La parata del portiere irlandese non è piaciuta all’arbitro ceco Zbynek Proske, che avrebbe giudicato irregolare il movimento compiuto sulla linea di porta. Perciò espulso. Alla disperazione segue la rigida applicazione delle regole. Dunque al secondo cartellino giallo, il portiere ha dovuto abbandonare il terreno di gioco per somma di ammonizioni. La sostituzione, da regolamento, è prevista da uno dei giocatori che abbia terminato la partita. A questo punto è stato avanzato il nome di McEntee che, purtroppo, non non è riuscito a emulare il suo compagno.
 

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Brutto infortunio per Séamus Coleman, calciatore irlandese, difensore dell’Everton e della nazionale. L’entrata con i piedi a martello di Neil Taylor, atleta del Galles, mostrano la scorrettezza dell’intervento che ha portato alla rottura della gamba dell’avversario.
Praticamente, l’arto si è spezzato in due. L’urlo di dolore annuncia i drammatici momenti successivi al fallo.
L’incidente è avvenuto al 69′ della sfida tra Irlanda e Galles, poi conclusa senza reti. Coleman, sostituito da Christie, è stato costretto a lasciare il terreno di gioco in barella e con la mascherina dell’ossigeno.
 

La gamba di Coleman si spezza

Le immagini sono molto forti, sconsigliate a persone sensibili.


 

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Robbie Keane lascia la nazionale irlandese di calcio dopo 146 partite e 68 reti.

Capitano dal 2006 al 2016, detiene sia il record come miglior marcatore (68) che per il maggior numero di presenze (146) ed ha partecipato a un mondiale (2002) e due europei (2012 e 2016).

Il campione se ne va con un ultimo gol, strepitoso: pallonetto al difensore e destro al volo durante un’amichevole contro l’Oman vinta per quattro reti dai verdi.

“È stato meraviglioso e un grande onore per me indossare la maglia dell’Irlanda per oltre diciotto anni. Da ragazzo che ha iniziato a giocare per le strade di Dublino mai avrei potuto immaginare di fare tutta questa strada. I miei compagni, lo staff tecnico, i dirigenti e i tifosi sono diventati la mia seconda famiglia”, scrive Robbie Keane.

 

In un video i gol più belli di Robbie Keane

 

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All’Aviva Stadium la nazionale irlandese si impone sulla Bosnia ai play-off e si qualifica agli Europei 2016.
La nazionale di calcio irlandese è ufficialmente tra le squadre che si sono classificate agli Europei di Francia 2016: al fianco dei francesi, paese ospitante, Repubblica Ceca, Islanda, Turchia, Belgio, Galles, Spagna, Slovacchia, Germania, Polonia, Inghilterra, Svizzera, Irlanda del Nord, Romania, Austria, Russia, Italia, Croazia, Portogallo, Albania e Ungheria. Altri team si uniranno al gruppo, visto che i play-off sono ancora in corso.
“Ho 60 anni e andrò in Francia”, ha dichiarato il magazziniere irlandese Dick Redmond che per l’occasione si è vestito da Superman.
 


 

La partita decisiva

Johnathan Walters è l’attaccante inglese diventato il nuovo eroe della nazionale. Con una doppietta contro la Bosnia, la prima rete su rigore e la seconda a venti minuti dalla fine della partita, ha traghettato la squadra verso la qualificazione. E così al gruppo del Regno Unito si è unito anche l’Eire. “Il momento più emozionante è stato quello dell’esultanza finale di tutto il team”, ha dichiarato Walters, celebrato dai compagni e dai tifosi.
 

La gioia di O’Neill

Omonimo dell’allenatore, Martin O’Neill, nordirlandese, è riuscito a portare la sua squadra agli europei proprio come ha fatto l’altra Irlanda, quella del Nord. Ad affiancare il coach c’è Roy Keane, l’assistente.
 

Nel 2012

Se così si può dire c’è anche un filo conduttore che lega la nazionale di oggi alla squadra guidata nel 2012 da Giovanni Trapattoni: si chiama Walters. Con Given e Duff, Dunne e Robbie Keane, che era ancora in campo nonostante l’età avanzata, il sogno europeo a guida dell’ex ct italiano sfumò.
 

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Il giocatore dell’Irlanda del Nord, James McClean, non rispetta l’inno inglese e in campo sulle note di God Save The Queen si volta di spalle. Un gesto che fa infuriare compagni e tifoseria e ne nasce un caso sui social.
James McClean si è voltato di spalle durante l’inno nazionale britannico. Già in passato, il giocatore nato a Derry si era rifiutato di indossare sulla divisa uno dei simboli del team inglese per il quale giocava.
 

La disobbedienza di James McClean

Si trattava di un papavero rosso, che lui riteneva essere irrispettoso delle vittime che hanno perso la vita durante i Troubles in Irlanda del Nord. Pioggia di critiche sono arrivate su Twitter e qualche tifoso lo ha persino offeso. McClean ha smorzato gli animi dicendo: «Non ho bisogno di dire niente o lo farò quando vorrò io».


 

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Il papavero James Aaron Mclean, nato a Derry 22 anni fa, non lo vuole indossare. Il giovane calciatore naturalizzato irlandese, ala sinistra del Wigan e della Nazionale irlandese, si è rifiutato di commemorare i caduti britannici.

Originario dell’Irlanda del Nord, James McClean è stato duramente criticato per non aver indossato il tulipano, simbolo dei caduti britannici nel giorno in cui si celebra il Remembrance day. Ma non è il primo anno, visto che il giocatore cattolico ha scelto la Nazionale dell’Eire e non quella dell’Irlanda del Nord. In una lettera il ragazzo ci ha tenuto a spiegare che cosa significa per lui quel papavero che oramai ha assunto nella società una nuova connotazione che non può certo piacere ad una persona nata nella città del Bloody Sunday.

Caro Mr.Whelan,
Ho voluto scriverle, prima di avere un confronto di persona, per spiegarle le ragioni del mio non indossare il papavero sulla maglia nella partita contro il Bolton.
Provo totale rispetto verso chi ha combattutto ed è morto in entrambe le guerre mondiali – molti nati in Irlanda.
Mi è stato detto che suo nonno Paddy Whelan, nato a Tipperary, era uno di loro.
Piango per la loro morte come ogni altra persona rispettabile e se il papavero fosse un simbolo unicamente dedicato ai caduti della prima e seconda guerra mondiale mi piacerebbe indossarne uno.
Voglio che sia chiaro al 100%. Lei deve capirlo.

Ma il papavero è usato per ricordare le vittime di ogni altro conflitto dal 1945 e qui è da dove comincia il mio problema.
Per le persone del nord dell’Irlanda come me, e specificamente per quelle di Derry, teatro del Bloody Sunday massacre del 1972, il papavero ha preso un significato molto differente. La prego di capire, Mr Whelan, che quando vieni da Creggan come me o dal Bogside, Brandywell o dalla maggior parte dei posti intorno a Derry, ogni persone vive ancora nell’ombra di uno dei più cupi giorni della storia d’Irlanda – anche se come me sei nato quasi vent’anni dopo quell’evento. È parte di cosa siamo, radicato in noi sin dalla nascita.

Mr Whelan, per me indossare un papavero sarebbe stato un gesto irrispettoso verso le persone innocenti che hanno perso le loro vite negli scontri – e specialmente nel Bloody Sunday – allo stesso modo di come in passato sono stato accusato di non rispettare le vittime della prima e seconda guerra mondiale Sarebbe apparso come un atto di mancanza di rispetto verso quelle persone; verso la mia gente.

Non sono un guerrafondaio, o un anti-britannico, o un terrorista o qualsiasi altra cosa di cui sono stato accusato nel passato. Sono un ragazzo tranquillo, credo che tutti dovrebbero vivere fianco a fianco, a prescindere dalle loro credenze religiose o politiche, che rispetto e chiedo alle persone, in cambio, di rispettare le mie.
Dall’anno scorso, sono un padre e voglio che mio figlio cresca in un mondo di pace, come ogni altro familiare.
Sono molto orgoglioso delle mie radici e semplicemente non posso fare qualcosa che credo sia sbagliato. Nella vita, se sei un uomo devi alzarti in piedi per le cose in cui credi.
So che potrebbe non essere d’accordo con quello che sento ma spero davvero che capirà le mie ragioni.
Come proprietario del club per cui sono orgoglioso di giocare, credo che dovevo queste spiegazione sia a lei che ai tifosi. Sinceramente

Trapattoni alla vigilia della sfida con l’Italia, torna a far parlare di se, con un siparietto durante una conferenza stampa. “Why Roy Keane, why?” L’ex capitano del Manchester United e attuale allenatore disoccupato, lo ha ferocemente criticato, per le sue prestazioni contro Spagna e Croazia.

E così parlando ai giornalisti irlandesi che gli chiedevano un commento sulle critiche dell’ex centrocampista, Il Trap ha prima risposto in inglese e poi si è lasciato andare con quale parola di italiano “ha mai vinto un cazzo, ‘orcozio”. Roy Keane presente vicino a Trapattoni è rimasto stupito.

Oggi le partite decisive del gruppo C. Mentre la Spagna sfiderà la Croazia, l’Irlanda dovrà vedersela con gli azzurri.

Trapattoni show: ‘Keane non ha mai vinto un c…’

Quanto il mister è stato allenatore dell’Irlanda c’è stato veramente da ridere. Dalla frase non dire gatto se non ce l’hai nel sacco, tradotta in inglese maccheronico, a tante altre battute e prese di posizione. Una fra tante è quella nei confronti del capitano Keane che durante una conferenza stampa parla non tenendo conto della furia che ha accanto. Trapattoni non ne lascia cadere una e così dice parlando del giocatore: ‘Keane non ha mai vinto un c…’.

 

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Mentre in campo gli irlandesi venivano messi sotto dai Croati, sugli spalti si consumava una scenetta erotica tra i tifosi. Una croata o forse due, si sono concesse a un tifoso irlandese. L’uomo sembra approfittarne immediatamente allungando la lingua.

La foto è così esplicita che si commenta da sola: “Sembrano scene da film porno“. Soltanto dopo si scoprirà essere, probabilmente, un’immagine tarocca messa online da un celebre mitomane.

Se tutto ciò è vero, lo dovremmo stabilire con un po’ di tempo.

 

Scene da film porno? Finzione o verità?

Ciò che invece è sicuramente vero è il fatto che a rilanciare in rete la bravata è stato il difensore Sean St Ledger dell’Irlanda, su Twitter. Dal profilo @seanstledger12, il giocatore in maglia verde si lancia con dei commenti goliardici. Il tweet recita: “Eccolo l’eroe, leggenda, come direbbe Andy Gray: prendi un inchino figlio mio!”.

 

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The Rocky Road to Poland è il nuovo inno della nazionale irlandese di calcio. Nato durante gli Euro 2012, questo grido dei tifosi irlandesi ha fatto breccia nella pubblica opinione conquistando l’intera nazione.

Dagli spalti, ogni qualvolta giocasse l’Irlanda del calcio, negli stadi di Polonia e Ucraina è andato in scena il ritornello di The Rocky Road, una splendida ballata che tanto piace al cuore degli irlandesi.

Oltre al video che riproponiamo in tutte le salse vogliamo sottolineare ancora una volta la sportività della tifoseria irlandese. Da sempre i verdi si sono contraddistinti per la loro capacità di farsi apprezzare per quello che sono. I loro gesti sono unici e talvolta rari. Gli altri dovrebbero prendere lezione da loro.

 

The Rocky Road to Poland, testo

Twas in the merry month of June,
from our home we started,
Left old Eireann’s Isle, to Poland we departed,
Hope within our hearts, we can win the trophy,
We are all a part of Trappatoni’s army,
Get behind the team, hear the Irish scream,
C’mon you boys in green,
Ireland’s bouncing back again,
We have got our Trap, the cat is in the sack,
We’ll not forget you Jack, On the rocky road to Poland.

One, Two, Three, Four, Five,
Irish eyes are smiling,
Let your voices ring
Trappatoni’s army,
Everybody sing. (RIT.)

You’ll never beat the Irish x4
Make your mother proud, inflate your plastic hammer,
Bate your bodhrán loud and learn your Polish grammar,
Credit Union loan, sold the Opel Corsa,
Hired a camper van, picked it up in Warsaw,
Been so close before, hopes slammed in the door,
Now we’re back for more, we can win the battle,
C’mon you boys in green, never have we seen,
Such a fearless team, on the rocky road to Poland.

RIT.

You’ll never beat the Irish x4
Ireland Abú. We love.

 

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Giovanni Trapattoni, ct della nazionale di calcio irlandese, torna a far parlare di sé durante una conferenza stampa in vista della sfida con l’Estonia in vista delle ultime qualificazioni agli Europei 2012.

L’allenatore voleva ricordare il famoso detto: “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”, però il problem è stato tradurlo in lingua inglese. Così “No say the cat is in the sac” sta facendo il giro del mondo. Una traduzione originale, geniale, unica e irripetibile. Che bene si abbina al personaggio.

Giovanni Trapattoni ha scelto un proverbio per esprimere il concetto, che prima di parlare devi assicurarti di sapere quello che stai dicendo, o almeno avere le prove.

 

No say the cat is in the sac (Non dire ‘cat’ se non ce l’hai ‘in the sack’)

E così una metafora, detta ai giornalisti sportivi presenti alla conferenza stampa, si è trasformata in un video spettacolare che ha fatto il giro del mondo. Trapattoni ha tradotto letteralmente il proverbio in “No say the cat is in the sac”, facendo ridere tutti, poi si è girato alla traduttrice e ha fatto segno, spiegalo tu agli irlandesi.

Guarda il video

(La frase si trova al minutaggio: 1:07)
https://www.youtube.com/watch?v=VUWpC50BJUc

 

L’inno che spopola in rete

E’ già una hit, il nuovo inno dell’Irlanda che spopola in rete. Si chiama “The Rocky Road to Poland“, ed è stato realizzato in vista degli Europei di Calcio 2012 che si svolgeranno in Polonia e Ucraina, da cantanti famosi quali i The Dubliners, The Coronas, Damien Dempsey e Bressie. Il brano riprende il famoso tormentone di Giovanni Trapattoni, quando durante una conferenza stampa ha voluto dire in inglese la celebre frase, “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”, traducendolo letteralmente “Non dire ‘cat’ se non ce l’hai ‘in the sack'” davanti ad una platea di giornalisti irlandesi, che fecero fatica a capire. Ma ora che è tutto chiaro, il nuovo inno incita gli irlandesi e naturalmente riprende la frase inconfondibile dell’ex ct azzurro Trapattoni, “We have got our Trap, the cat is in the sack”. Il ricavato della vendita sarà devoluto alla John Giles Foundation e all’Irish Cancery Society.

 

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