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Il Footee è un nuovo sport che arriva dall’Irlanda, con l’idea di unire il calcio con il golf, utilizzando naturalmente il pallone da calcio, con buche più larghe e con l’abbigliamento tipico dei golfisti.
Definito come un ibrido, il footee sta facendo molto discutere, perché se alcuni lo ritengono soltanto un modo per rilanciare i campi da golf in tempi di crisi, altri potrebbero aver trovare lo sport della loro vita.
Il footee è un nuovo sport, che potrebbe ‘prendere piede’ nei prossimi anni. Sembra strano che nessuno ci abbia mai pensato prima, soprattutto nelle isole britanniche, patria di entrambe le discipline.

Il Footee

Sul sito che presenta il gioco è descritto, sinteticamente, come “Calcio giocato con le regole del golf, principalmente”. Niente mazze, si gioca con i piedi e i prezzi sembrano anche piuttosto abbordabili: si va dai 10 ai 15 euro con riduzioni per studenti e disoccupati. Il “gol” è naturalmente andare in buca, molto più larga e a misura di pallone.
Il primo campo di footee è stato realizzato a Dublino. Nel caso voleste provare un’esperienza del genere vi invitiamo a fare riferimento al marchio FootGolf. Potrete provare direttamente una delle migliori esperienze sportive ibride direttamente ai piedi delle montagne di Dublino, appena fuori dalla M50 vicino a Tallaght.
Ricordiamo che il footee è un gioco serio, che può piacere o non piacere. Ci sono delle regole che dovrete imparare, facilmente apprendibili da coloro che praticano golf. Per il resto dovrete avere buoni piedi e giocare a calcio. Ovviamente, l’invito a provare una partita di footee è aperto a tutti, a ogni persone di ogni età. Non ci sono limitazioni su questo. Bisogna soltanto allacciarsi gli stivali, farsi un po’ di coraggio, e il gioco è fatto.

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Il Calcio Gaelico è uno sport eccezionale che in Italia è poco conosciuto ma in Irlanda, riesce a riempire stadi da 80mila posti, come è successo nella finale tra Donegal e Mayo. Gli sport praticati in Irlanda, sono diversi, ma hanno tutti un filo comune che li unisce, ossia la GAA, che spiega l’inseparabile legame che da sempre unisce sport e politica in Irlanda e Irlanda del Nord. Non è una coincidenza che l’organizzazione sia stata fondata verso la fine del XIX secolo quando prese avvio un’altra importante struttura del nazionalismo politico e culturale irlandese: l’IRA.
Ma torniamo in Italia per analizzare il grande successo della nostra Chiara Sandonà al Torneo “Seven Na Fianna Ladies International” di Dublino disputatosi lo scorso 29 Settembre presso gli straordinari impianti sportivi del Club Na Fianna Gaa.
L’atleta dell’Ascaro Rovigo Gaelic Football Gaa, prima donna italiana a partecipare ad un torneo di calcio gaelico, si è misurata con atlete che vantano una notevole esperienza in questo sport senza sfigurare ed è rimasta letteralmente entusiasta per aver avuto l’occasione di partecipare ad un evento così importante nella patria degli sport gaelici.
La Sandonà ha giocato con la casacca del team “An Eoraip” (Europa in lingua gaelica irlandese) che raccoglieva tra le proprie fila atlete provenienti da Spagna, Svezia, Germania, Belgio e Francia. Le All-Europe si sono davvero ben comportate tanto che nella prima fase del torneo, inserite nel girone B, hanno affrontato le padrone di casa del Na Fianna 2 e le Ranelagh Gaels di Dublino. Contemporaneamente, su un altro campo, nel girone A si sono affrontate la prima squadra del Na Fianna, le Dulwich Harps di Londra e le irlandesi del St. James Gaels.
Il coach del An Eoraip ha voluto mettere subito alla prova l’atleta rossoblu inserendola in difesa dopo pochi minuti dall’inizio del primo incontro ed è rimasto subito favorevolmente colpito dalla grinta e dalla determinazione messa in campo da questa atleta che vanta ottimi trascorsi nel volley, nel calcio e nel Taekwondo ma che evidentemente ha saputo inserirsi immediatamente negli schemi di questo, per lei, nuovo sport tanto che, negli altri incontri disputati, il suo minutaggio di impiego in campo è notevolmente cresciuto.

Che cosa è il Calcio Gaelico?

Ben differente dal nostro calcio è una via di mezzo tra il rugby ed appunto il calcio. Le regole sono simili a quelle dell’hurling. Questo sport prevede due squadre composte da 15 giocatori, con un massimo di 3 sostituzioni per partita. Il campo da gioco misura approssimativamente 137m x 82m. Il pallone si gioca sia con i piedi che con le mani.
La cosa straordinaria di questo sport è quella dell’organizzazione dei campionati, qui non c’è mercato, possono prendere parte alla squadra, soltanto i giocatori che appartengono a quella contea.
«Per me vestire la maglia con scritto “An Eoraip” – chiosa un entusiasta Chiara Sandonà – e giocare in una squadra internazionale con anni di esperienza alle spalle è stata un’esperienza unica per imparare e rimettermi in gioco».
Per la cronaca le “blues An Eoraip” si sono imposte nel girone vincendo agevolmente entrambi i match ed imponendosi anche in una semifinale condotta brillantemente dall’inizio alla fine, prima di essere fermate nella finalissima dalle più esperte padrone di casa del Club Na Fianna 1 che hanno vinto di misura un match che è stato molto combattuto ed in equilibrio fino alla metà del secondo tempo.
«Non mi aspettavo di vivere emozioni così intense, in un’atmosfera competitiva ma, allo stesso tempo, di grande ospitalità», afferma raggiante la Sandonà. La forte atleta dell’Ascaro Rovigo Gaelic Football Gaa ha mille buone ragioni per essere felice, anche perché ha saputo imporsi immediatamente all’attenzione del coach mettendo il suo talento a disposizione della squadra e meritando così la fiducia del tecnico irlandese che le ha concesso un più che discreto spazio anche nella finalissima. Per Chiara un successo forse insperato alla vigilia della partenza per Dublino dove si era posta l’obiettivo minimo di fare un’ esperienza ad alto livello in uno sport che ha iniziato a praticare solo recentemente.
Adesso il suo desiderio è quello di poter continuare a crescere tecnicamente nel football gaelico nella speranza di poter presto giocare in una squadra italiana tutta al femminile:«Le opportunità di giocare a livello internazionale offerte dal calcio gaelico sono tantissime – dice – e spero quindi si crei presto una squadra femminile anche da noi da poter presto portare ad uno di questi tornei».
Un sogno che, almeno per Chiara Sandonà, potrebbe presto diventare realtà nel “Ladies Pan Euro Football”, il torneo che chiuderà la stagione europea degli sport gaelici e che verrà disputato nella città olandese di Maastricht il 10 novembre prossimo. Per lei e per tutto l’Ascaro Rovigo Gaelic Football Gaa sarebbe un altro grande successo conseguito in solo poco più di un anno di attività in uno sport che, fino allo scorso anno, in Italia nemmeno esisteva.

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Giovanni Trapattoni, ct della nazionale di calcio irlandese, torna a far parlare di sé durante una conferenza stampa in vista della sfida con l’Estonia in vista delle ultime qualificazioni agli Europei 2012.

L’allenatore voleva ricordare il famoso detto: “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”, però il problem è stato tradurlo in lingua inglese. Così “No say the cat is in the sac” sta facendo il giro del mondo. Una traduzione originale, geniale, unica e irripetibile. Che bene si abbina al personaggio.

Giovanni Trapattoni ha scelto un proverbio per esprimere il concetto, che prima di parlare devi assicurarti di sapere quello che stai dicendo, o almeno avere le prove.

 

No say the cat is in the sac (Non dire ‘cat’ se non ce l’hai ‘in the sack’)

E così una metafora, detta ai giornalisti sportivi presenti alla conferenza stampa, si è trasformata in un video spettacolare che ha fatto il giro del mondo. Trapattoni ha tradotto letteralmente il proverbio in “No say the cat is in the sac”, facendo ridere tutti, poi si è girato alla traduttrice e ha fatto segno, spiegalo tu agli irlandesi.

Guarda il video

(La frase si trova al minutaggio: 1:07)
https://www.youtube.com/watch?v=VUWpC50BJUc

 

L’inno che spopola in rete

E’ già una hit, il nuovo inno dell’Irlanda che spopola in rete. Si chiama “The Rocky Road to Poland“, ed è stato realizzato in vista degli Europei di Calcio 2012 che si svolgeranno in Polonia e Ucraina, da cantanti famosi quali i The Dubliners, The Coronas, Damien Dempsey e Bressie. Il brano riprende il famoso tormentone di Giovanni Trapattoni, quando durante una conferenza stampa ha voluto dire in inglese la celebre frase, “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”, traducendolo letteralmente “Non dire ‘cat’ se non ce l’hai ‘in the sack'” davanti ad una platea di giornalisti irlandesi, che fecero fatica a capire. Ma ora che è tutto chiaro, il nuovo inno incita gli irlandesi e naturalmente riprende la frase inconfondibile dell’ex ct azzurro Trapattoni, “We have got our Trap, the cat is in the sack”. Il ricavato della vendita sarà devoluto alla John Giles Foundation e all’Irish Cancery Society.

 

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Andare avanti guardando indietro, copertina

Esce il nuovo libro di Mirco e Mauro Bergamasco, Andare avanti guardando indietro, in vista del torneo di rugby più ambito d’Europa, il Sei Nazioni 2011.

Sabato 22 gennaio il libro scritto a sei mani con Matteo Rampin, psichiatra e consulente personale di atleti, verrà presentato a Milano, edito da Ponte alle Grazie (160 pagine, 14,00 euro) presso la Libreria del Viaggiatore di via Meucci.

Da qualche anno il rugby si sta conquistando un seguito sempre più numeroso e particolarmente appassionato tra il pubblico italiano, anche quello femminile. Due campioni della palla ovale come Mauro e Mirco Bergamasco, affiancati da Matteo Rampin, dimostrano in queste pagine che i motivi di tanto successo non sono affatto accidentali, ma affondano le loro radici nei regolamenti, nell’orgoglio e nell’umiltà dei giocatori, nella disciplina, nell’etica stessa del rugby. In una parola, nella sua filosofia.

 

Il libro Andare avanti guardando indietro

Tecniche, mischie e placcaggi, il celebre “terzo tempo” e i fiumi di birra che dopo ogni partita riconciliano le squadre avversarie, il proverbiale fair play dei giocatori e del pubblico, la logica fondamentale del gruppo sono tutti aspetti che agli occhi di molti potrebbero perfino sembrare paradossali, ma che indicano risvolti umani e morali insospettabili quando si assiste alla vera e propria battaglia che si combatte sul campo, fra fango, sangue e botte da orbi.

Veri e propri “eroi della porta accanto”, i fratelli Bergamasco illustrano con semplicità il significato di uno sport che, al di là degli obiettivi strettamente agonistici, riflette in profondità la lotta che anima la vita e i nostri impulsi più ancestrali, riprodotti nel microcosmo sociale che è la squadra: in virtù dei caratteri non convenzionali di questa disciplina sportiva, la “filosofia rugbistica” si propone sempre di più come una metafora efficace in campo educativo e formativo.

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Medaglia 1968 George Best

La medaglia con la quale fu premiato nel 1968 quando vinse la Coppa del Mondo con il suo Manchester United, è stata battuta all’asta per 156mila euro.

E’ solo uno dei 13 cimeli venduti all’asta a Bonhams di Chester trovati dentro ad un borsone sotto un letto per una raccolta totale di 200 mila sterline, che andranno alla sorella, Barbara McNally. La medaglia è arrivata dopo una vittoria del Manchester United sul Benfica per 4-1.

Secondo alcune dichiarazioni del fratello di George Best, questi cimeli sono stati messi all’asta “A causa di circostanze al di fuori del nostro controllo, occorre vendere tutti i cimeli di George per far fronte alle passività economiche della tenuta”.

L’ultima maglia indossata da Best nel Manchester United il 14 novembre 1973, è stata battuta per £6.000 sterline.

Best è morto nel novembre 2005, a 59 anni. L’attaccante nato a Belfast nella sua carriera ha fatto registrare 470 presenze tra il 1963 e il 1974, segnando 179 gol.

 

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Durante un’intervista all’edizione domenicale della ‘Frankfurter Allgemeine Zeitung’, il ct irlandese Giovanni Trapattoni ha dichiarato che “Chi ascolta Mozart gioca meglio, si impara molto in fatto di tensione, velocità e ritmo. Si impara anche la logica del gioco”.

Il Trap dichiara che i giocatori di calcio sono dei veri ignorantoni, non leggono libri, si limitano soltanto ai giornali sportivi, pagelle e tutto ciò che ruota intorno al mondo del calcio.

Lui che possiede circa 2000 cd di musica classica, cita l’esempio di un’orchestra sinfonica, dove un secondo violino non si permetterebbe mai di andare dal direttore a chiedere di prendere il posto del primo.

 

Le chicche di Trapattoni

“Oggi i giocatori non sono più abbastanza intelligenti da giocare in maniera collettiva, sono più egoisti”.

 

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Lansdowne Road di Dublino

Un ultima partita tra le selezioni regionali del Leinster e dell’Ulster per omaggiare il celebre stadio Lansdowne Road di Dublino, inaugurato nel dicembre 1876. Per dovere di cronaca il Leinster ha chiuso per 20 a 12, con i padroni di casa.

Il Lansdowne Road sarà demolito e al suo posto sorgerà una nuova struttura capace di ospitare anche un “nuovo” rugby, uno sport cresciuto negli anni che raccoglie oramai un numeroso pubblico.

E così il Lansdowne Road, con la stazione del treno che transita sotto la tribuna principale e la faceva tremava al passaggio dei convogli della Dart, lascerà a tutti il ricordo di quelle giornate trascorse a bere birra e assistere al grande rugby. Le prossime due edizioni del Sei Nazioni, si disputeranno presso il Croke Park, lo stadio della GAA (Gaelic Athletic Association), in grado di ospitare fino a 82500 spettatori, niente a che vedere con gli stadi di rugby europei.

 

Storia del Lansdowne Road

Costruito nel 1871, il Lansdowne Road è il più antico stadio del mondo (la prima partita giocatavisi risale al 1878: Irlanda vs Inghilterra 0-7). Prende il nome dalla strada in cui si trova. Divenuto dimora stabile della nazionale di rugby irlandese, dagli anni ottanta anche la nazionale di calcio cominciò ad abbandonare il vecchio insufficiente impianto e a giocare sempre più frequentemente, e alla fine stabilmente, le sue partite al Lansdowne Road. Nel 1999 e 2003 è diventato teatro delle finali di Heineken Cup, mentre dal 1990 i club di calcio irlandesi giocano la finale di FAI Cup nell’impianto. A volte è stato anche impiegato per eventi musicali, tra cui spiccano quelli di Michael Jackson, degli U2, Eagles e Oasis.

Lo stadio è stato abbattuto e ricostruito tra il 2007 e il 2010 per farne una struttura più moderna. È stato chiamato per ragioni di sponsor Aviva Stadium. Tale ristrutturazione, ormai necessaria da tempo, era stata rinviata principalmente per problemi logistici. L’unico impianto alternativo era il Croke Park che vietata l’ospitalità negli impianti degli GAA agli sport “inglesi” come appunto il calcio, il rugby e il cricket. L’approvazione di tale regola fu determinata dalla famosa domenica di sangue del 21 novembre 1920, quando, durante la gara tra Dublino e Tipperary, furono uccise 12 persone tra tifosi e giocatori per mano delle truppe inglesi, i Black and Tans (episodio ricordato anche nel film Michael Collins).

 

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Statua Best

La statua dedicata al pallone d’oro, stella del Manchester United sarà interamente finanziata dai suoi tifosi che già in occasione dei funerali avevano dimostrato tutto il loro affetto per ‘quinto Beatle’ durante i suoi funerali, dove piu’ di centomila persone gli avevano reso omaggio, e anche in vita mentre combatteva contro l’alcool.

‘Questa campagna è un’occasione unica per celebrare un’ icona del calcio come George, e sono felice che aderiscano tifosi e calciatori di tutto il mondo’, ha detto l’ attaccante del Leeds United David Healy, che presiede alla raccolta fondi.

Ormai è certo, Best è entrato a far parte della storia di Belfast in maniera incancellabile: dopo che nei mesi scorsi gli era stato intitolato l’aeroporto della città, una settimana fa, l’ Ulster Bank ha annunciato che emettera’ delle banconote da 5 sterline con l’effigie del calciatore, mentre a settembre, in un’asta da Christie’s, e’ stata aggiudicata a 35mila euro la maglia del Manchester United indossata da Best nella partita in cui, nel 1970, segno’ 6 gol al Northampton. Per i familiari di Best erigere una statua in suo onore e’il miglior riconoscimento possibile, come emerge chiaramente dalle parole della sorella del campione Barbara McNarry: ‘Ringrazio David Healy per cio’ che sta facendo, tutto cio’ contribuira’ a rendere George un’ icona del nostro paese’.

Best, torna nella sua Irlanda

George Best torna a casa, la sua Irlanda. E’ atterrato all’aeroporto militare Aldergorve, l’aereo privato con la bara contenente la salma dell’ex-calciatore del Manchester. Ad accompagnare George nell’ultimo viaggio Calum, il figlio, e Phil Hughes, l’agente della leggenda. La bara, avvolta in una bandiera del Manchester United, scortata dalle note di due cornamuse del Field Marshall Montogomery, questa notte sarà ospitata nella casa del papà, Dickie (87 anni). Lungo applauso dello staff militare e civile dell’aeroporto al passaggio dell’automobile con la bara.

 

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Oasis Belfast

Durante il concerto che si è tenuto a Belfast, presso l’Odyssey, gli Oasis hanno dedicato la canzone “Live forever” all’ex calciatore nord irlandese George Best, la star del Machester United, che dopo un mese di agonia si è spento al Cromwell Hospital di Londra, nel mese di novembre 2005.

Per lui è stato celebrato un funerale quasi di Stato, proprio a Belfast, Irlanda del Nord, che lo ha salutato con una presenza massiccia di fans, amici e parenti, accorsi da ogni parte a rendere omaggio alla sua salma.

Una proposta bene accolta dal pubblico quella degli Oasis, considerando che i fratelli Gallagher sono tifosi del Manchester City, acerrimi rivali del Manchester United, la squadra di Best.

 

Il testo della canzone “Live forever”

Maybe I don’t really want to know
How your garden grows
I just want to fly
Lately did you ever feel the pain
In the morning rain
As it soaks it to the bone

Maybe I just want to fly
I want to live I don’t want to die
Maybe I just want to breath
Maybe I just don’t believe
Maybe you’re the same as me
We see things they’ll never see
You and I are gonna live forever

Maybe I don’t really want to know
How your garden grows
I just want to fly
Lately did you ever feel the pain
In the morning rain
As it soaks it to the bone

Maybe I will never be
All the things that I want to be
But now is not the time to cry
Now’s the time to find out why
I think you’re the same as me
We see things they’ll never see
You and I are gonna live forever
We’re gonna live forever
Gonna live forever
Live forever
Forever

 

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Tomba di George Best

La tomba di George Best sarà sorvegliata 24 ore al giorno per far fronte alla massa di affezionati che vogliono recarsi per dare l’ultimo saluto all’ex campione.

Sono centinaia, infatti, le persone accorse al cimitero di Belfast per visitare la tomba del famoso ‘genio del calcio’ ed ex campione del Manchester United. Così come accadde per i suoi funerali.

Considerando il fatto che il cimitero è troppo piccolo per ospitare una massa di persone così intenso, l’amministrazione comunale sta pensando di erigere un monumento intitolato a Best dove gli appassionati possano depositare fiori ed altri oggetti.
 

Tomba di Best

La tomba di Best si trova presso il Cimitero di Roselawn, 127 Ballygowan Rd, Crossnacreevy, Belfast, Regno Unito. Il giocatore è stato seppellito accanto a sua madre. Questo luogo è aperto tutti i giorni dalle 8 alle 16, mentre la domenica apre due ore più tardi: ossia alle 10.

 

Aperto il testamento

Aperto a Londra il testamento di Best. L’ex-calciatore irlandese del Manchester United. George Best, famoso per le sue prodezze e anche per i suoi inimitabili aforismi, lascia tutti i suoi averi alla sorella Barbara McNarry.

La cifra che la donna andrà a ereditare si aggira intorno ai 799 mila euro. L’avvocato della sorella di Best, però, fa sapere che il patrimonio lasciato dal campione in eredità alla sua assistita, si ridurrà notevolmente. Al netto dei debiti irrisolti con alcuni creditori e le tasse da versare, il tesoro del giocatore si ridurrà a circa 200 mila euro.

Un bottino abbastanza povero. Allo stesso tempo, nulla da pretendere per le sue due ex mogli, mentre il figlio Calum dovrà accontentarsi di un orologio. Il testamento di Best sottoscritto dal giocatore nel marzo del 2000, specifica che il figlio avrebbe dovuto ricevere solo l’orologio commemorativo dei Mondiali del 1994.

Angie, la mamma di Calum, ed Alex, le due ex mogli di Best non hanno ricevuto alcun bene. Visto che qualche tempo fa avevano raccontato di essere tormentate dal fantasma del loro ex marito, ora non potranno di certo lamentarsi.

 

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